Come fare un pompino perfetto
Il pompino perfetto fa parte dei sogni maschili ma se non è fatto bene può trasformarsi in un incubo! Tutti i consigli su cosa fare e soprattutto non fare!
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Il pompino perfetto fa parte dei sogni maschili ma se non è fatto bene può trasformarsi in un incubo! Tutti i consigli su cosa fare e soprattutto non fare!
Il collare, l’antico simbolo della sottomissione e della sudditanza, l’emblema di appartenenza al Dom o alla Mistress nelle sessioni di dominazione/sottomissione è un accessorio erotico affascinante, semplice ma allo stesso tempo complesso nel suo significato più profondo: quello di appartenenza e soprattutto di devozione.
Negli ultimi anni, per non dire decenni, ha purtroppo perso gran parte del suo originario potente significato, anni fa non solo sanciva l’appartenenza ma a seconda del modello chiariva anche a che livello si trovava il sub, che tipo di “relazione” era in essere con il suo Dom. Era un simbolo che rappresentava una gerarchia e dichiarava alla comunità BDSM che tipo di condizione era in corso.
Ora, voglio saltare a piè pari tutta la parte “cenni storici” perchè vorrei evitare l’effetto “wikipedia” e vado al centro del pensiero che mi continuava a gironzolare in testa oggi mentre caricavo online un pò di novità.
Ma il collare… di chi è? Chi lo sceglie e a chi appartiene? Contrariamente a quanto si pensi, il collare non è del sottomesso. Il collare è del Dom o della Mistress che lo sceglie e lo assegna, e salvo diversa concessione è il dominante che lo mette allo slave a meno che non gli sia stato permesso e ordinato di metterlo da solo/a. Non solo, stabilisce anche quando deve essere indossato e per quanto deve essere portato: solo durante la sessione, anche prima, anche dopo, sempre.
Talvolta alcuni, possono richiedere agli slave di portare il collare durante tutta la giornata, non solo quando sono a casa ma ovunque vadano. Da questa necessità di essere indossato sempre, sono nate varie evoluzioni del collare, l’aspetto si è così evoluto per essere mimetizzato con abiti da tutti i giorni, per andare al lavoro o per serate glamour.
Si passa quindi ad altri tipi di simbolo dotati di piccolo anello simbolico a cui agganciare il guinzaglio: collanine con ciondolo, braccialetto, o similare, rigorosamente concordato con il Dom o la Mistress, da indossare in sua assenza se si è al lavoro o in società, fino al momento in cui sarà lui/lei stesso/a ad agganciare la maniglia di un eventuale guinzaglio o a sostituirlo. Non c’è una regola fissa, se non quella che ha stabilito il dominante, la sua decisione supera qualsiasi convenzione.
Collari da “educazione” e addestramento, collari per sottomissione, per dominazione, collari da portare 24/7, posturali, con lucchetto, e chi più ne ha più ne metta, ce ne sono tantissimi di tutte le fogge. Rispettare questo simbolo restituisce potere a questo accessorio, lo riconduce alla sua originaria importanza, con la sua devota connotazione gerarchica e di appartenenza. Tornare alle origini, all’ancestrale potere del collare nel BDSM… è un lusso erotico.
Dopo aver visto gli ultimi arrivi in negozio devo ufficialmente riconoscere che il collare, così come lo si intendeva anni fa, è cambiato… sarei tentata a dire “evoluto” perchè in verità per i veri appassionati, la semplificazione e la perdita di “carica” del collare è una dis-evoluzione (e sono un pò d’accordo con loro). Forse ha perso la sua dominante “gerarchica” divenendo alla portata della moda, e lo dico con un pò di dispiacere, in alcuni casi quasi alla sua mercè.
Questo simbolo utilizzato nelle pratiche BDSM dapprima “allena” fino poi a suggellare la devota appartenenza dello slave.
E’ un mondo denso di rituali quello del BDSM e ce ne è uno anche per il collare che è infatti consegnato tramite la cerimonia di collarizzazione in cui il sottomesso ufficializza l’appartenenza al/alla Dom/Mistress davanti alla comunità BDSM.
Ma il collare… di chi è? Chi lo sceglie e a chi appartiene? Contrariamente a quanto si pensi, il collare non è del sottomesso. Il collare è del Dom o della Mistress che lo sceglie e lo assegna, e salvo diversa concessione è il dominante che lo mette allo slave a meno che non gli sia stato permesso e ordinato di metterlo da solo/a. Non solo, stabilisce anche quando deve essere indossato e per quanto deve essere portato: solo durante la sessione, anche prima, anche dopo, sempre.
Talvolta alcuni, possono richiedere agli slave di portare il collare durante tutta la giornata, non solo quando sono a casa ma ovunque vadano. Da questa necessità di essere indossato sempre, sono nate varie evoluzioni del collare, l’aspetto si è così evoluto per essere mimetizzato con abiti da tutti i giorni, per andare al lavoro o per serate glamour.
Si passa quindi ad altri tipi di simbolo dotati di piccolo anello simbolico a cui agganciare il guinzaglio: collanine con ciondolo, braccialetto, o similare, rigorosamente concordato con il Dom o la Mistress, da indossare in sua assenza se si è al lavoro o in società, fino al momento in cui sarà lui/lei stesso/a ad agganciare la maniglia di un eventuale guinzaglio o a sostituirlo. Non c’è una regola fissa, se non quella che ha stabilito il dominante, la sua decisione supera qualsiasi convenzione.
Collari da “educazione” e addestramento, collari per sottomissione, per dominazione, collari da portare 24/7, posturali, con lucchetto, e chi più ne ha più ne metta, ce ne sono tantissimi di tutte le fogge. Rispettare questo simbolo restituisce potere a questo accessorio, lo riconduce alla sua originaria importanza, con la sua devota connotazione gerarchica e di appartenenza. Tornare alle origini, all’ancestrale potere del collare nel BDSM… è un lusso erotico.
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