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Atmosfere da bordello ottocentesco

Seppur eclissati non si sono mai estinti, bordelli celati in ville lussuose, fuori dai centri cittadini, esistono forse ancora oggi. Con quel gusto un po’ ottocentesco che sa di lascivi piaceri, venduti e comprati, sempre pagati, come regola impone.
Perché questi posti hanno così fascino nell’immaginario comune? Forse per la loro stessa caratteristica che fa rabbrividire i puritani: Rapporti promiscui, regni di godimenti su commissione, amori a moneta, alcove in cui il più torbido dei desideri ha solo un limite: il prezzo che sei disposto a pagare.

Preziose pareti di sete broccate in alcuni, tappezzerie da quattro soldi in altri, abatjour alle pareti, luci soffuse annebbiate dal fumo sottile di sigari lasciati smezzati nei posacenere sui tavolini, mobili in legno scuro su cui troneggiano candelabri argentati. Tappeti orientaleggianti stesi sotto divani in velluto.

Specchi nei corridoi e nelle stanze, pesanti e grandi, quasi a contenere e moltiplicare all’infinito tutte le licenziose e turpi passioni dei passeggeri ospiti. Vapori di assenzio, in bicchieri dal gambo sottile, che si muove danzando da una mano all’altra come una ballerina al teatro. Fanciulle lascive di incipriano il volto accaldato tra un cliente e l’altro, sistemandosi il trucco, reinventando così, voluttuose “se stesse” ad uso e consumo.
Ci sono hotel che ancora hanno questo fascino, e coppie che amano divertirsi ricreando queste situazioni, come se il tempo si fosse fermato.